Il formaggio piace a molti, ma non tutti fanno ricorso alla medesima forma di prodotto, i formaggini però costituiscono un’opzione valida ed immediata per avere a disposizione un latticino “lavorato” da utilizzare in vari modi: i formaggini hanno una nomea poco positiva ed edificante però possono essere anche naturalmente impiegati in condizioni diversi. Ma quali formaggini fanno bene?
Esistono così tanti brand e tipologie che è facile generalizzare, ma anche i formaggini pur essendo legati da una preparazione estremamente simile tra di loro, sono diversi e magari adatti anche ai più piccoli, seppur in quantitativi abbastanza da tenere sotto controllo: come ogni prodotto industriale pur di buona qualità un formaggino va utilizzato “nelle giuste quantità”.
I formaggini “buoni”
Il formaggino è esattamente quello che dice la parola, ossia una piccola confezione di formaggio da utilizzare come meglio crediamo, considerati nel nostro paese come dei latticini realizzati dal siero del latte parlando del formaggio in generale, i formaggini sono invece spesso portati ad alte temperature, uniti e spesso viene associato un addensante che garantisce loro la sodità.
Non tutti sono uguali, spesso però hanno alcuni ingredienti in comune, naturalmente formaggio di varia tipologia, i già citati addensanti, in alcuni casi conservanti ed additivi ma anche coloranti (non sempre) oltre al contenuto di sodio che serve per migliorare il sapore e garantire una conservabilità maggiore, condizione che resiste ancora oggi.
Quali scegliere?
Il resto degli ingredienti è legato al latte, sono presenti sali minerali come il calcio, ma anche il fosforo, magnesio e varie vitamine, in particolare il calcio essendo presente nel latte, è in buone quantità ed il potere saziante di un singolo formaggino è più che discreto. Tuttavia non possono sostituire il formaggio in tutto e per tutto, soprattutto perchè:
- Il contenuto di sodio è sempre troppo elevato per un consumo smodato
- Restano alimenti fortemente processati, da non eliminare ma da limitare
- Il contenuto potenziale di alcuni elementi desta sospetti sugli effetti sulla salute.
In particolare sono questi ultimi a rappresentare un problema, per cui possiamo scegliere le varianti che non contengono polifosfati e che derivano da produzioni certificate, magari con l’impiego di formaggi maggiormente conosciuti e quindi sani, come il Parmigiano Reggiano o il Grana Padano, che da anni esistono anche in questi formati.
Attenzione al contenuto di sale / sodio che non dovrebbe essere superiore a 2 grammi per etto di prodotto. I formaggini sono potenzialmente ottimi elementi per accompagnare alimenti, soprattutto se non facciamo ricorso a latticini di frequente, ma vanno consumati con responsabilità, evitando di mangiarli ogni giorno ed oltre i 50 grammi alla volta.